- Arles
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- Sérignan
Arles > Montpellier
Si pedala, si pedala!
Una tappa particolarmente ventosa la numero quindici.
15^ tappa Arles ➡️ Montpellier, 72km.
La sorpresa di una città bellissima, Arles. L’anfiteatro romano di Arles, costruito nel 90 d.C. uno dei più grandi della Gallia. Le sue stradine e vicoletti, il suo invitante centro storico.
La sorpresa di sentirsi bene, sempre meglio, nonostante il peso delle borse.
Sempre più a mio agio.
Strade secondarie, strade di campagna. Fiorellini, grano, frutteti. Mele, uva.
L’incontro con il 78enne ciclista Michelle.
E un arrivo nella giovanile Montpellier passando per Saint Gilles, Lunel, Saint Just, Fréjorgues, Mezoul.
Un percorso gradevole, grazie anche alla ciclabile voie verte du Pays de l’Or.
Montpellier > Agde > Sérignan
Pedalando, ridendo, soffrendo, scherzando, prendendoci un po’ in giro da soli con della fantasiosa autoironia e io la mia PLATUM, Serena, siamo alla sedicesima tappa.
Dopo un giorno di stop, il giorno di riposo anticipato per l’estremamente piovoso tempo, siamo pronte a ripartire… con la pioggia!
Una pioggerellina che ci ha accompagnato per i primi km lasciandoci poi per diverse ore, per tornare di nuovo nel tardo pomeriggio.
92km.
Dovevamo arrivare ad Agde, ci siamo riuscite.
Volevamo arrivare a Port la Nouvelle.
Invece..
Ehhhh!!
No!
Si pedala che si pedala, per uscire dal traffico di Montpellier, armatevi di pazienza ve lo raccomando!
Poi, dopo Lattes, arriva il paradiso.
Km e km su uno sterrato letteralmente in mezzo a l’Étang de l’Arnel e l’Étang de Prévost.
Un paesaggio più unico che raro.
Pedalare a pochi metri dai fenicotteri.
Tanti ciclisti, cicloturisti.
Come la carinissima famigliola francese con cui ho pedalato da l’Étang de Vic a Frontignan, lei, suo marito e il figliolo di 11 anni già alla sua terza vacanza in bici con tanto di sue borse.
Poi…
Le ostriche della zona fresche (che non ho mangiato!)
L’azzurro del cielo, il cielo nel mare.
Le lagune, il rosa.
Il verde. Il cantare degli uccelli.
I tori.
Sète, conosciuta per i suoi formaggi e la torta farcita al polipo.
Étang de Thau e poi Agde.
Sulle strada di Vias, poco dopo…sempre su sterrato, finisco in pieno dentro una sorta di torrente dall’acqua torpida fino alla vita.
Per uscirne è stata una barzelletta, sembrava di essere in un film comico dal retrogusto melodrammatico.
Più spingevo la bici per uscire più scivolava nel fango, più mi ritornava addosso.
Dopo 20min riesco a rimettermi in sella.
Ogni cosa, ogni borsa, ogni indumento all’interno era zuppo e puzzoso, nonostante l’impermeabilità.
Me compresa.
A pensare che solo il giorno prima avevo fatto lavatrice e asciugatrice!
Continuo a pedalare con la speranza di arrivare al prossimo paese e cercare dove asciugarmi e passare la notte.
Vedo un campanile dalla luce ocra in lontananza.
Punto per quella direzione.
Arriviamo a Sérignan sotto una leggera pioggia che poi diventa più violenta.
Trovo riparo in un caffè.
Mentre cerco di asciugare telefono e caricatore conosco Fabio e i suoi amici.
M’invitano al loro tavolo.
Lui è di origini italiane, ciociaro puro di Frosinone.
Persona amabile e squisita.
Mi offre accoglienza e ospitalità per la notte.
Accetto.
Passiamo con i suoi amici una serata indimenticabile.
Con spaghetti al sugo, formaggi, del rouge, musica e tante, tantissime risate, di quelle da far male alla pancia.
Eravamo in 4 e abbiamo fatto festa per 10.
Ci siamo raccontati storie, vissuti, frammenti di vita.
”Ognuno con il suo viaggio, ognuno diverso….”
canta Vasco Rossi.
Ancora ringrazio Fabio per avermi aperto le porte della sua casa e un po’ quelle del suo cuore.