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Sérignan > Torreilles
Dal mercato della piccola Sérignan direzione Port Vendres.
Una gentile mattinata assolata.
Una pioggia arrogante pomeridiana, che smetteva e poi riprendeva e poi continuava e poi rismetteva e poi aredaje!
Tanto sterrato, meno asfalto.
Gli stagni più grandi mai visti in vita mia, le lagune, i fenicotteri, le paparelle, gli anatroccoli.
Il Parco Naturale Regionale della Narbonnaise con quegli alberi verde scuro e i tori lasciati liberi a pascolare.
100 km in tutto passando per Saint Pierre la Mer, la Plage di Narbonne, l’Étang de l’ Ayrolle fino al porto marittimo di Porte la Nouvelle nell’Aude, costruito a partire dal diciassettesimo secolo sulla sponda orientale del canale che collega il Mar Mediterraneo agli stagni di Bages e Sigean e quindi al porto di Narbonne, attraversando il Parco Naturale di Santa Lucia.
A la Franqui, non capivo più che strada prendere per continuare, di certo non per l’allucinante scalinata di Montee du Fort.
Poi Port Finou e il Cammino di Sant’ Hippolyte pedalando a filo de l’Étang de Leucate.
Le luci illuminavano e tendevano sempre più vicina Saint Laurent de la Salanque.
Siamo giunte bagnate ed infangate, io e la mia Platum, Serena, nell’inaspettata piccina Torreilles, a faretti accesi, sotto un diluvio (l’ennesimo).
Ho prenotato quando ero a 3km dalla località trovando una splendida ospitalità nella dimora più lussuosa di tutto il viaggio finora: Maison Gaia, dove per scaldarmi c’era una caldissima sauna offerta ad aspettarmi.
Torreilles > Portbou
Una tappa importante la 18esima, 76,5 km e 1041 m di dislivello positivo tra la Francia e la Spagna.
Una prima parte piuttosto pianeggiante e una seconda decisamente di montagna, particolarmente nervosa, dei Pirenei Orientali nella regione dell’Occitania.
Da Torreilles a Sainte-Marie-la-Mer, Canet-en-Roussillon pedalando sullo sterrato della Route de Saint-Cyprien.
Costeggiando la costa di Argelès-sur-Mer, attraversando le Racou, Collioure fino alla decisa attesa Port Vendres.
Una breve sosta di rifornimento ammirando lo storico porto e da lì si è ufficialmente cominciato a salire.
Curve e controcurve a pendenze variabili.
L’esperienza indimenticabilmente assurda di giungere fino a Madeloc e trovare il sentiero chiuso, riscendere ancora a Col de Mollo per poi risalire di nuovo.
Salire e ancora salire.
Scendere e di nuovo risalire.
Per poi scendere ed arrivare a Cerbère, ultima città francese sulla Costa Vermiglia.
Scollinando il Colle dei Balistres, il piccolo passo pirenaico posto sul confine tra Francia e Spagna.
Passare il confine franco-spagnolo a fari accesi ed arrivare a Portbou, prima città spagnola.
Una cittadina che vive di turismo estivo, per cui zero strutture ricettive aperte.
Bisogna arrivare per forza a Llançà.
Stanca, sfinita, con luci al limite dello scaricarsi del tutto, mi consigliano di prendere un treno.
Un’ottima idea per evitare 7km di ancora tanta salita.
Una pessima idea, per un incontro/scontro affatto piacevole…
Giungo a Llançà e dormo in una pensione gestita da una signora con suo marito e un cane adorabilmente gigante!
È tutto chiuso nel paese e resto così senza cena, nutrendomi con le scorte di cibo che avevo in borsa.
Felice di essere giunta in Spagna e ancora un po’ provata dall’esperienza in treno vado a dormire sperando in un dolce risveglio a suon di “¡buenos días!”