From Maiella To Sahara Bike Experience

Liguria

Tappe 8, 9 e 10

Nov 5, 2024

Le tappe liguri di From Maiella to Sahara:

Ottava tappa. Disastro totale.
Parto già male.Testa occupata da mille pensieri. Gambe pesantine. Dormito male e svegliata peggio. Stanca già al risveglio.

7 giorni di pedalata non stop si cominciano a far sentire. Parto e mi rendo conto dopo 2km che mi manca qualcosa: addirittura il casco. Fermo il camper e lo recupero. Non va.

Il motorhouse mi sta facendo letteralmente impazzire.
Ingombrante, difficile da gestire e totalmente inutile nelle strade secondarie. Tutta la mattina pedalo cercando di capire e trovare una soluzione.

Intanto arrivo alla Spezia e decido di salutare Porto Venere. Poi torno indietro. Ripasso per la Spezia direzione Sestri Levante con l’intenzione di scollinare il Passo del Bracco.

L’amico Danilo e altri amici ciclisti mi aspettano.

Pioviggina.
Mi perdo.
Torno indietro.
Via Vano non la dimenticherò mai.
Faccio su e giù e giro giro tondo intorno a Spezia.

Sembrava di essere in un gioco da tavola dove puntualmente tornavo al punto di partenza. Mi arrendo dopo 55km e diverso dislivello. Decido di continuare in treno, il camper è a Sestri già da un po’.

C’è lo sciopero dei treni. Attendo. Cancellano il treno. Attendo. Uno si avvicina a destinazione, lo prendo. Arrivo. Attendo. Dopo un’ora ecco il treno per Sestri Levante.

Dormo mezz’ora sul treno a bocca aperta. Mi sveglio con una ragazza che mi guarda. Mi alzo, scendo, scendo la bici, accendo le luci e pedalo fino alla zona Camper.

Decisamente una giornata no, ma tutto sommato portata a termine.

Non tutte le ciambelle riescono col buco!

Se il buongiorno si vede dal mattino, quello della nona tappa era sicuramente già un buongiorno. Scelte prese e mente più libera. Direzione Genova con l’amico Lanfranco che è già nei paraggi, non c’è più bisogno di mappa o di tracce. Lungo la strada incrociamo diversi suoi compagni di gare e dopo 3 salite di cui due importanti siamo a Genova. Lui torna indietro e io proseguo verso Savona, destinazione finale di questa tappa.

Genova 2024 – Capitale Europea dello Sport – è stato un onore ed un piacere immenso poter ricevere in dono la bandiera e i saluti dell’Assessore allo Sport Alessandra Bianchi e della sua Porta Voce Diletta Barilla. Tanta, tanta emozione.
Le ringrazio ancora di cuore.

La strada per Savona non è particolarmente impegnativa in termini di dislivello ma attraversare il centro storico di Genova in bici non è impresa semplice. Prima di ripartire, riesco a pregare in quella che è una città più che multiculturale.

Arrivo a Savona nel tardo pomeriggio, doccia calda e cena a suon di sushi che ogni tanto ci sta.
Tanto affetto in 110km e 1143 metri di dislivello.

Se (ri)penso alla 10a tappa penso all’alluvione che ha colpito la Liguria. Penso a quando sono partita da Savona e alla tempesta che mi ha obbligata a fermarmi. Penso al camper fermo,
al fiume in piena. Alla protezione civile, alla polizia e ai vigili del fuoco.

Penso all’acqua che straripava e che non c’era verso di fermare. Penso alla cosiddetta tappa neutralizzata, in termini tecnici. Penso alla scelta finale a Finale Ligure di proseguire questo viaggio in solitaria, senza più motorhouse, assistenza, compagnia e la comodità di avere un punto certo anche se mobile dove rientrare la sera.

Penso alla fatica nel pedalare inizialmente con cinque borse in totale tra due posteriori una sul porta pacchi attaccata sotto al sellino, un’altra sul telaio e una sul manubrio. Più uno zaino. Penso alla voglia di continuare sicuramente con il mezzo appesantito ma con una mente più libera.

Non abbiamo bisogno di grandi cose. Tutto è nell’essenziale.
82km – 680 metri di dislivello, tanta tanta acqua nella prima parte, ciel sereno nella seconda.

Ho incontrato un nuovo amico, Dario, mi ha accompagnata per diversi km. Abbiamo affrontato La Cipressa insieme, ho pedalato lungo le strade dei professionisti della Milano – Sanremo.

Mi sono commossa. Mi sono emozionata. Dalla dodicesima tappa posso dire a me stessa, sono una cicloturista vera.
Una viaggiatrice che continua in solitaria, ma che non è mai veramente sola.